Consiglio in ambito fiscale: vendita di cibo da asporto / take-away

Consiglio in ambito fiscale: vendita di cibo da asporto / take-away

In conformità con la legge sull’IVA, la vendita di prodotti alimentari per la consegna a domicilio o da asporto, può essere soggetta a un’aliquota ridotta (aliquota attuale: 2,5%, aliquota saldo: 0,6%), purché siano state adottate le misure organizzative necessarie. L’aliquota ridotta non è applicabile alla vendita di alcolici, articoli di tabaccheria e alimenti venduti nell’ambito dei servizi di ristorazione.

Quali sono le misure organizzative?
In caso di consegna di alimenti da asporto, dai documenti giustificativi (per esempio bollettini di consegna, scontrini o ricevute) deve risultare evidente che si tratta di vendita di cibo da asporto; altrimenti, si parla di un servizio di ristorazione, sottoposto all’aliquota ordinaria (aliquota attuale: 7,7%, aliquota saldo: 5,1%). In ottemperanza alle misure organizzative, è necessario rilasciare ai clienti una ricevuta relativa alla prestazione effettuata.

Nel caso in cui i servizi di ristorazione e la vendita da asporto siano gestiti da un’unica cassa, questa deve essere programmata di conseguenza (assegnazione del settore corretto con indicazione della corretta aliquota d'imposta applicabile). In alternativa è possibile prevedere due casse separate, una per il servizio di ristorazione, l’altra per l’asporto.

Esiste forse una soluzione più semplice di questa?Consiglio in ambito fiscale: vendita di cibo da asporto / take-away
Con la disponibilità di dispositivi per il consumo, le aziende miste (per es. chioschi provvisti di bar) possono applicare un regime forfettario ai fini di una semplificazione della propria attività. Ciò è applicabile alle piccole aziende che dispongono di un massimo di 20 posti a sedere o in piedi.

Il regime forfettario non è applicabile quando il numero di posti a sedere o in piedi supera la soglia di cui sopra. In tal caso è necessario adottare le misure organizzative sopracitate, o applicare l’aliquota ordinaria. In caso di assenza di posti a sedere o in piedi, la vendita di cibo da asporto deve essere assoggettata al regime fiscale ridotto.

I requisiti legali devono essere verificati in modo puntuale ai fini dell’IVA. Un’attenta valutazione della situazione e l’applicazione delle misure organizzative più adatte permetteranno, tra l’altro, di beneficiare di un notevole risparmio.

I consulenti di Gastroconsult AG saranno lieti di assistervi per quanto riguarda questa e altre questioni tributarie.



Ramon Dreier
Gastroconsult AG
Responsabile della succursale San Gallo
Esperto contabile diplomato

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